La mia seconda volta nella stratosfera
Sono sull'autobus diretto al Marco Polo, ho la sensazione che non riuscirò a partire, riflettendoci non è neanche una sensazione, è ciò che l'applicazione Ryanair insinua non verificando che il mio volo sia in ritardo, ma considerandolo come già partito.
Sono arrivato alle 15:30, sono andato in un punto qualunque con su scritto Ryanair, ho esposto il mio problema, per mia fortuna non ero l'unico.
Dopo aver avuto una carta d'imbarco cartacea, ecco che mi dirigo al gate, quasi correndo, la schiena a pezzi, ma soddisfatto.
Al gate 11 trovo tutti giustamente in fila, mi metto dietro quelli che credo siano gli ultimi, sono simpatici, sono di Gela e si nota.
Proseguo con l'ingresso, controllo il mio posto, 26C, davvero in fondo, sei trattato e stipato come e con la gentaglia, non so se sia perché siamo tanti, ma mi chiedo che senso abbia che ci siano posti occupati da tre persone, tutte accanto, all'andata non era così, ma all'andata il mio posto l'avevo scelto io poiché ne avevo diritto per il bagaglio. "Boing73800", questo dovrebbe essere il nome dell'aereo, da quel che ho capito, quantomeno il modello, un nuovo modello. L'atteggiamento lassista, l'incuria e la negligenza li sto notando molto di più rispetto all'andata e sono certo che sia così perché sta volta sono palesi, sono caratteristiche che impregnano passeggeri e hostess.
L'uomo rotondo e che ricorda Al capone accanto a me si rifiuta di indossare bene la mascherina, nonostante sia stato anche sgridato da una signorina la quale ha risposto con un "come fanno tutti" al suo "ma come faccio a parlare con la mascherina, signora?"; fa il co-chef, anche sta volte una conferma di un luogo comune per quel che mi riguarda; si gira per guardarmi, mi parla ogni tanto e per farlo puntualmente abbassa la mascherina, per poi rialzarla diligentemente all'avvistarsi di un membro dell'equipaggio. Come digitavo, anche le hostess lasciano un minimo desiderare, almeno rispetto agli standard, ovviamente non mi riferisco all'estetica, ma ad una semplice non curanza verso le norme di sicurezza, una di loro, quella con il compito di mostrare le regole e le manovre in caso di ammaraggio nei posti vicini al mio, è arrivata ad esibizione cominciata per poi cincillare con un ragazzo davanti a lei, non ci ho trovato nulla di male quando l'ha fatto ad esibizione completata, ma il suo salutare durante l'esibizione è stato molto poco deontologico, forse, considerando anche il ritardo; aggiungerei che tutti non fanno altro che essere più rapidi durante le fasi in lingua inglese, sia con le movenze che con il linguaggio stesso, davvero poco chiaro a mio avviso, riflettendoci è lo speaker stesso pessimo specie a causa dei cambi di pressione anche in italiano li si capisce poco, ma sono felice di aver compreso comunque la locazione dei dispositivi di sicurezza e qualche altra cosa.L'uomo vicino a me ordina una moretti, ora ignorando che io non capisca come mai ti offrano certe cose in aereo, capite bene la paura che scorreva nel mio volto all'idea che quest'uomo che ormai teneva addirittura in presenza delle stesse hostess (le quali si erano probabilmente arrese) la mascherina sotto il naso, potesse bere qualcosa di alcolico, come minimo avrebbe spaccato il finestrino. Colpo di fortuna, dopo avergli dato la lattina, problemi con il pagamento, la sua carta austriaca non viene accettata dal POS, siamo salvi, gli ritirano la birra e lui, probabilmente affranto dall'idea della pessima figura e di non aver potuto ottenere il suo premio consolatorio, si addormenta, con il volto quasi senza mascherina chirurgica spalmato contro il finestrino. Il viaggio sembra proseguire senza alcun problema adesso, senza nulla di rilevante di cui lamentarsi, mi metto a leggere, sperando che mi sia permesso usare il Kindle. Sto leggendo da appena dieci minuti quando Al capone si sveglia e ben decide che deve alzarsi, sono costretto a muovermi dal mio posto, ammetto che avevo paura che ci sgridassero, ma lui mi dice che ci si può alzare e purtroppo tra noi due è lui l'uomo di mondo. Ritorna dal bagno, credo, e mi chiede pure scusa per il disturbo, come si fa ad odiarlo.
Ritorno a leggere. Piccola pausa, vedo che una donna apre una porta accanto alla cabina, sarà il bagno, ma per un momento una parte irrazionale di me ha pensato che si stesse per buttare dall'aereo, il mio amico grassoccio ronfa nel frattempo e dallo speaker invitano a giocare d'azzardo; nulla di importante ancora, ma mi rendo conto che l'impossibilità di usare la connessione e le mie scarse conoscenze geografiche mi impediscono di gustarmi alcuni riferimenti dell'ebook, che noia. L'uomo accanto a me brontola qualcosa nel sonno, mi fa quasi paura e non riesco a capire che cosa diamine dica considerando che già da sveglio non era molto spigliato nel linguaggio. Stiamo per atterrare e beh, io e l'uomo nella fila di lato alla mia sorridiamo guardando l'hostess che tocca ripetutamente il braccio del trovatello addormentato accanto a me, cercando di svegliarlo per dirgli di rimettersi la cintura di sicurezza e, diamine la discesa mi fa tremare, magari se può anche la mascherina; si sveglia di soprassalto e fa come richiesto anche se non sono sicuro che sia ancora del tutto cosciente, brontola comunque ogni tanto e la mascherina ricasca giù dopo poco. Un bambino piange per il buio e la discesa, una donna si lamenta di essere asmatica. Ufficialmente sento solo un fischio perpetuo, spengono le luci, si crea una certa atmosfera, il bambino smette di piangere, almeno così mi sembra, il suono è ovattato. Passano due minuti e di getto ritorno a sentire, niente più tappi di aria compressa, confermo, silenzio, nessun bambino sta piangendo. Atterraggio a dir poco brusco, per poco il kindle non cadeva dalle mie mani, credo di essermi sollevato di botto. Siamo arrivati, a breve dovremo scendere, ottemperando alle regole, uscendo in modo "contingentato", fila per fila, ottimo. Implicitamente capisco che possiamo riaccendere internet e disattivare la modalità aereo dato che ci invitano a scaricare qualche volantino della compagnia aerea dall'app online.
Mormorii, fateci scendere che un uomo deve fare in tempo per andare al McDonald.
Cinque minuti dopo i nostri desideri sono esauditi, ovviamente faccio spazio per far scendere Al capone prima di me e fargli prendere i suoi bagagli, lui sa già che è il suo turno, esce in modo contingentato. Un autobus ci accompagna all'ingresso dell'aeroporto, ma imprevisto, un'altra fila, altro vocio, credo di aver inteso che qualcuno pensi che siamo stipati "peggio di Auschwitz", nazisti! Neanche avessimo l'ebola o qualche altra malattia associata ad un paese lontano e povero. A destra, sempre dritto, terminal C, mi aspetta il tampone. Una donna con un camice giallognolo con su scritto sopra "medico" mi ferma e mi scambia per minorenne, arriviamo alla conclusione che no, non lo sono e sì, voglio fare il tampone qui. Intanto intravedo Al capone, sua moglie o qualcosa di simile si trova dall'altro lato delle transenne, temerario si avvicina, inarca la schiena oltre, abbassa la mascherina, stampa un bacio alla donna, dopodiché impavido ritorna per la sua strada verso un tampone per scoprire se sia affetto o meno da qualche virus virale.
Ok, venti minuti dopo mi ritrovo con un naso che pizzica ed un tampone fatto, aspetto l'esito, intanto posso dire che il tampone era un tampone molecolare, mi hanno infilato non saprei dire sino a quanto in profondità un cotton fioc enorme giù per entrambe le radici, avevo gli occhi chiusi ed ha triggerato tutto il mio organismo, il "medico" ha descritto la sensazione "come quando hai l'acqua salata su per il naso". Un uomo con dei foglietti in mano con su scritti dei nomi ed il risultato del test rapido urla all'interno della stanza per consegnare i risultati, potenzialmente uno di quei fogli ha una x sul quadrato accanto alla dicitura "positivo", aspetto il mio. Un ragazzo corregge, "è bonfissuto non bonvissuto", confusione che da sempre accompagna questi due cognomi. Alcuni cognomi particolari vengono pronunciati, nessuno risponde, si riprova con diversa pronuncia. Tocca a me, sbaglia il mio cognome, lo detesto.
Risultato: negativo.
Post credit, aeroporto di Catania
Sono arrivato alle 15:30, sono andato in un punto qualunque con su scritto Ryanair, ho esposto il mio problema, per mia fortuna non ero l'unico.
Dopo aver avuto una carta d'imbarco cartacea, ecco che mi dirigo al gate, quasi correndo, la schiena a pezzi, ma soddisfatto.
Al gate 11 trovo tutti giustamente in fila, mi metto dietro quelli che credo siano gli ultimi, sono simpatici, sono di Gela e si nota.
Proseguo con l'ingresso, controllo il mio posto, 26C, davvero in fondo, sei trattato e stipato come e con la gentaglia, non so se sia perché siamo tanti, ma mi chiedo che senso abbia che ci siano posti occupati da tre persone, tutte accanto, all'andata non era così, ma all'andata il mio posto l'avevo scelto io poiché ne avevo diritto per il bagaglio. "Boing73800", questo dovrebbe essere il nome dell'aereo, da quel che ho capito, quantomeno il modello, un nuovo modello. L'atteggiamento lassista, l'incuria e la negligenza li sto notando molto di più rispetto all'andata e sono certo che sia così perché sta volta sono palesi, sono caratteristiche che impregnano passeggeri e hostess.
L'uomo rotondo e che ricorda Al capone accanto a me si rifiuta di indossare bene la mascherina, nonostante sia stato anche sgridato da una signorina la quale ha risposto con un "come fanno tutti" al suo "ma come faccio a parlare con la mascherina, signora?"; fa il co-chef, anche sta volte una conferma di un luogo comune per quel che mi riguarda; si gira per guardarmi, mi parla ogni tanto e per farlo puntualmente abbassa la mascherina, per poi rialzarla diligentemente all'avvistarsi di un membro dell'equipaggio. Come digitavo, anche le hostess lasciano un minimo desiderare, almeno rispetto agli standard, ovviamente non mi riferisco all'estetica, ma ad una semplice non curanza verso le norme di sicurezza, una di loro, quella con il compito di mostrare le regole e le manovre in caso di ammaraggio nei posti vicini al mio, è arrivata ad esibizione cominciata per poi cincillare con un ragazzo davanti a lei, non ci ho trovato nulla di male quando l'ha fatto ad esibizione completata, ma il suo salutare durante l'esibizione è stato molto poco deontologico, forse, considerando anche il ritardo; aggiungerei che tutti non fanno altro che essere più rapidi durante le fasi in lingua inglese, sia con le movenze che con il linguaggio stesso, davvero poco chiaro a mio avviso, riflettendoci è lo speaker stesso pessimo specie a causa dei cambi di pressione anche in italiano li si capisce poco, ma sono felice di aver compreso comunque la locazione dei dispositivi di sicurezza e qualche altra cosa.L'uomo vicino a me ordina una moretti, ora ignorando che io non capisca come mai ti offrano certe cose in aereo, capite bene la paura che scorreva nel mio volto all'idea che quest'uomo che ormai teneva addirittura in presenza delle stesse hostess (le quali si erano probabilmente arrese) la mascherina sotto il naso, potesse bere qualcosa di alcolico, come minimo avrebbe spaccato il finestrino. Colpo di fortuna, dopo avergli dato la lattina, problemi con il pagamento, la sua carta austriaca non viene accettata dal POS, siamo salvi, gli ritirano la birra e lui, probabilmente affranto dall'idea della pessima figura e di non aver potuto ottenere il suo premio consolatorio, si addormenta, con il volto quasi senza mascherina chirurgica spalmato contro il finestrino. Il viaggio sembra proseguire senza alcun problema adesso, senza nulla di rilevante di cui lamentarsi, mi metto a leggere, sperando che mi sia permesso usare il Kindle. Sto leggendo da appena dieci minuti quando Al capone si sveglia e ben decide che deve alzarsi, sono costretto a muovermi dal mio posto, ammetto che avevo paura che ci sgridassero, ma lui mi dice che ci si può alzare e purtroppo tra noi due è lui l'uomo di mondo. Ritorna dal bagno, credo, e mi chiede pure scusa per il disturbo, come si fa ad odiarlo.

Mormorii, fateci scendere che un uomo deve fare in tempo per andare al McDonald.
Cinque minuti dopo i nostri desideri sono esauditi, ovviamente faccio spazio per far scendere Al capone prima di me e fargli prendere i suoi bagagli, lui sa già che è il suo turno, esce in modo contingentato. Un autobus ci accompagna all'ingresso dell'aeroporto, ma imprevisto, un'altra fila, altro vocio, credo di aver inteso che qualcuno pensi che siamo stipati "peggio di Auschwitz", nazisti! Neanche avessimo l'ebola o qualche altra malattia associata ad un paese lontano e povero. A destra, sempre dritto, terminal C, mi aspetta il tampone. Una donna con un camice giallognolo con su scritto sopra "medico" mi ferma e mi scambia per minorenne, arriviamo alla conclusione che no, non lo sono e sì, voglio fare il tampone qui. Intanto intravedo Al capone, sua moglie o qualcosa di simile si trova dall'altro lato delle transenne, temerario si avvicina, inarca la schiena oltre, abbassa la mascherina, stampa un bacio alla donna, dopodiché impavido ritorna per la sua strada verso un tampone per scoprire se sia affetto o meno da qualche virus virale.
Ok, venti minuti dopo mi ritrovo con un naso che pizzica ed un tampone fatto, aspetto l'esito, intanto posso dire che il tampone era un tampone molecolare, mi hanno infilato non saprei dire sino a quanto in profondità un cotton fioc enorme giù per entrambe le radici, avevo gli occhi chiusi ed ha triggerato tutto il mio organismo, il "medico" ha descritto la sensazione "come quando hai l'acqua salata su per il naso". Un uomo con dei foglietti in mano con su scritti dei nomi ed il risultato del test rapido urla all'interno della stanza per consegnare i risultati, potenzialmente uno di quei fogli ha una x sul quadrato accanto alla dicitura "positivo", aspetto il mio. Un ragazzo corregge, "è bonfissuto non bonvissuto", confusione che da sempre accompagna questi due cognomi. Alcuni cognomi particolari vengono pronunciati, nessuno risponde, si riprova con diversa pronuncia. Tocca a me, sbaglia il mio cognome, lo detesto.
Risultato: negativo.

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